Il periodo della ricostruzione presenta due novità sostanziali di grande rilievo per quanto riguarda la storia urbana: da un lato quella socio-economica e politica, cioè i diversi interessi, i progetti che covano in un tessuto organizzato che è chiamato ora a esprimersi secondo le nuove forme della rappresentanza democratica e dei partiti di massa; dall’altro campeggia il fatto che le città sono danneggiate, distrutte, e questa è in sè una grande occasione di modernità. In questi ambiti, che sono quelli degli attori della ricostruzione, quello che sembra emergere è però anche un senso forte di continuità che si esprime nel mantenimento di una considerevole parte del personale politico e della sua progettualità, nella continuità dell’organizzazione amministrativa, dei suoi apparati e dei suoi compiti, dei tecnici interni ed esterni.
Roberto Parisini lavora presso il Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna ed è borsista all’Università di Modena e Reggio Emilia. Si è occupato delle relazioni tra agricoltura e fascismo nel volume Dal regime corporativo alla Repubblica sociale (Ferrara, Corbo, 2005) e ha curato il volume I "piani" della città. Trasformazioni urbane, identità politiche e sociali tra fascismo, guerra e ricostruzione in Emilia-Romagna (Bologna, Compositori, 2003). È membro della redazione della rivista on-line "Storia e futuro".
© 2006, pp. 200
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