Un provvedimento di clemenza generale, con la concessione di amnistia
e di indulto, un tempo quasi una consuetudine ricorrente per la
politica penale e uno strumento immediato per contenere il sovraffollamento
nelle carceri, appare oggi un risultato arduo da conseguire. La
difficoltà oggettiva di raggiungere la maggioranza prevista dalla Costituzione,
l’impopolarità in tanti settori della società di una legge di clemenza
ed altri eterogenei ma concomitanti fattori rendono la clemenza
generale sempre più difficile da concedere. È anzi evidente un disegno
legislativo non unitario ma di segno contrario, costituito da interventi
frammentari incidenti su vari istituti di diritto sostanziale e processuale
(liberazione anticipata, misure cautelari personali, misure alternative
alla detenzione, affidamento in prova, messa alla prova ecc.), che punta
ad ottenere il risultato prefissato – e cioè la riduzione del numero dei
detenuti presenti negli istituti penitenziari – con la somma degli esiti
deflativi dei singoli interventi (culminati con il programma riformatore
contenuto nella legge delega n. 67/2014), valorizzando la scelta
di sistema in luogo del provvedimento necessariamente eccezionale di
clemenza generale.
Nel volume, che raccoglie gli atti del Convegno “Diritto penale, carcere
e clemenza. Nel ricordo di Franco Bricola vent’anni dopo”i], organizzato
a Bologna dalla Camera Penale “Franco Bricola”, si esaminano e si
confrontano queste tendenze ponendo primi interrogativi sull’applicazione
dei nuovi istituti.
© 2015, pp.180
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