Nel 1998, Lucio Saffaro, presagendo la propria imminente scomparsa,
depositò presso un notaio un testamento, in cui indicava, quali esecutori
testamentari, il prof. Giovanni Maria Accame e il prof. avv. Federico
Carpi, affinché provvedessero a costituire una fondazione che tutelasse il
proprio rilevante lavoro in campo artistico, matematico e letterario. L’artista
non aveva eredi; l’indicazione di due amici, che rispondevano alle
necessarie competenze per l’àmbito artistico e per quello giuridico, era appunto
rivolta alla migliore tutela della sua opera.
La Fondazione, oltre alla conservazione e catalogazione delle opere artistiche
e letterarie di Lucio Saffaro, si prefigge una loro ulteriore valorizzazione
culturale, con la promozione di mostre, convegni e pubblicazioni. Sono
inoltre previste iniziative che vedono la figura dell’artista inserita in
ampi contesti di ricerca, come pure la realizzazione di progetti espositivi
editoriali con connessioni ai suoi interessi artistici e scientifici. La Fondazione
ha donato tutti gli scritti scientifici al Dipartimento di matematica
dell’Università di Bologna, dove, attualmente, è possibile consultarli.
Rifiutando sempre la definizione di “artista-matematico”, Saffaro, attraverso
i suoi dipinti, ha costantemente agito la matematica con la pittura, dando
vita semplicemente alla continuazione e allo sconfinamento di una disciplina
nell’altra.
Pur praticando una ricerca vicina a un classicismo profondamente italiano e rinascimentale,
non ha mai scordato le proprie origini triestine presenti e ricorrenti
frequentemente nelle figure e nelle immagini simboliche di mare, onde,
orizzonte, tutti elementi di natura che evocano la sua decisa appartenenza a
una cultura mitteleuropea. Le sue opere artistiche e letterarie ci restituiscono,
di fatto, una sensibilità che da sempre è andata esplorando gli impervi luoghi
dell’essere, della finitezza e dell’incompiutezza dell’uomo.
Questo catalogo generale raccoglie 207 immagini a colori dei 263 olii realizzati
dall’artista e ripercorre l’intera storia pittorica di Saffaro: dai primissimi
dipinti policromi, definiti dalla critica variamente “metafisici”, alle più note
rielaborazioni poliedriche prevalentemente a tinte ridotte.
© 2015, pp.288
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