La crisi della motivazione diventa un nuovo e diverso fenomeno di “patologia giudiziaria”, in quanto i rimedi apprestati dalle recenti riforme normative – sulla struttura, sul contenuto e sul controllo motivazionale delle sentenze – non riescono a fornire una soluzione al problema generale dell’aumento del carico giudiziario, il quale continua a trovare il principale “collo di bottiglia” nel momento della redazione della parte motiva della decisione. L’idea di riconoscere uno stretto legame tra completezza argomentativa e correttezza della motivazione – frutto di una cultura crociana ispirata all’eleganza estetico-letteraria – non risulta più attuale ed è destinata al tramonto, poiché non giova innanzitutto all’efficacia e ai tempi della giustizia. Si sta facendo oggi avanti l’idea di una motivazione che punta più al rafforzamento del proprio profilo funzionale che di quello formale: flessibile, deformalizzata ed improntata a conciliare i bisogni di effettività della tutela delle parti con le esigenze di efficienza del sistema. Si cerca, infatti, di rendere una motivazione comprensibile ed idonea ad esplicitare il ragionamento decisorio ma, al contempo, di giungere alla conclusione della lite in tempi ragionevoli. In questo volume, l’autore, dopo un’attenta analisi della disciplina vigente e della giurisprudenza di legittimità, propone una lettura sistematica della motivazione all’interno di una più ampia visione del nostro sistema processuale contemporaneo, giungendo al risultato che essa è, da un lato, in crisi, ma dall’altro, comincia a rinascere a nuova vita, ponendosi più in linea con le molteplici forme e contenuti che caratterizzano oggi la decisione giudiziaria. Un costrutto motivazionale, dunque, sempre più vicino a un processo civile prossimo a lasciare modelli rigidi per schemi flessibili e semplificati, nel quale si affida al giudice e alla sua sensibilità il potere di calibrare anche il momento decisorio, rendendolo più aderente allo scopo del singolo processo. Carlo Rasia (Venezia, 1977) è ricercatore confermato di diritto processuale civile e professore aggregato presso la Scuola di Giurisprudenza dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna dove attualmente insegna diritto processuale civile e diritto dell’arbitrato interno ed internazionale. È componente di diversi progetti di ricerca anche internazionali nonché membro di redazione della Rivista trimestrale di diritto e procedura civile. È autore di numerose pubblicazioni edite anche all’estero sia in materia di diritto processuale civile ed europeo che di diritto dell’arbitrato. Per questa collana ha già scritto un precedente lavoro monografico intitolato Tutela giudiziale europea e arbitrato (2010), per il quale l’International Association of Procedural Law gli ha conferito nel 2015 il premio internazionale Mauro Cappelletti.
© 2016, pp. 368
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