A quattro secoli e mezzo dalla sua costruzione, la fontana del Nettuno (iniziata nel 1563
e portata a termine nel 1567) è stata oggetto delle cure di un restauro paziente e attento
al fine di potere nuovamente ammirare la qualità artistica e tecnologica di questo insigne
monumento idraulico in una delle più spettacolari cornici architettoniche d’Europa.
I lavori sono stati avviati a seguito della raccolta fondi de “il Resto del Carlino”, coordinati
e sostenuti dal Comune di Bologna e sono stati il frutto della stretta collaborazione tra Comune
di Bologna, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, che ha svolto le analisi
preliminari e gli studi progettuali, l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro
(ISCR) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), che ha
realizzato gli interventi sulle superfici della fontana e sulle sculture in bronzo, l’Istituto di
Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISTI-CNR),
che ha realizzato il Sistema Informativo di documentazione, e alcune imprese che a vario titolo
hanno partecipato. Un Comitato scientifico, in cui erano rappresentati oltre che Comune,
l’ISCR, l’Università di Bologna e il “Carlino”, anche l’Istituzione Bologna Musei, l’Istituto
per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) e la Soprintendenza
Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province
di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, ha supervisionato tutto il processo fornendo decisivi
apporti ed orientamenti.
Questo libro racconta il lavoro, i metodi, le tecniche d’indagine e le nuove scoperte degli
oltre centocinquanta specialisti del Comune, dell’ISCR, dei Dipartimenti Universitari, delle
ditte incaricate che vi hanno contribuito, singolarmente e collettivamente. Proprio come un
racconto il volume indugia sul processo, anziché sul prodotto. La motivazione di questa scelta
è duplice. Da una parte, la rapida trasformazione a cui è assoggettato il sapere del nostro
tempo e la sua elevata accessibilità rendono spesso pressoché invisibile il processo della sua
costruzione; dall’altra parte, il monumento è di per sé autodimostrativo di un’operazione di
conservazione e restauro e costituisce probabilmente la migliore rappresentazione che se ne
possa dare. Affidiamo alla curiosità del lettore la possibilità di comprendere come ciò che oggi
può ammirare al centro della città sia il risultato di quel processo, e come gli elementi che
lo caratterizzano siano quelli che più ci aiutano a scoprire bellezza e significato di ciò che è
davanti ai nostri occhi.
Il contenuto dell’ultimo capitolo,
intitolato E la storia non finisce
mai, non esiste sul libro perché
non sintetizzabile in forma di testo.
Nella pagina si trova un semplice
Codice QR che rinvia al sito
del restauro – che continuerà nel
tempo a essere aggiornato – e a
una piccola app che ha due funzionalità:
ovunque si sia, disegna un
percorso che conduce al Nettuno;
una volta giunti a destinazione, attiva
due audioguide che illustrano
la storia del monumento e il restauro
compiuto. Grazie al libro e
all’app «il Gigante narra, attraverso
le voci di oggi, la propria storia».
© 2017, pp. 272.
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