Il Duecento, in Italia, fu il secolo delle lotte tra guelfi e ghibellini, tra papato e impero. Ma fu anche il secolo d’oro di Bologna. Mentre l’esercito combatteva per liberare il comune dal giogo dei sovrani svevi, intorno ai portici crescevano di continuo nuove torri, nuove botteghe, nuove mura. Nel 1257, prima al mondo, la città liberò i servi della gleba. Ma il simbolo più clamoroso della potenza comunale fu la cattura di re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II: e proprio come un simbolo i bolognesi lo tennero prigioniero fino a morte nel palazzo che porta oggi il suo nome. E se Bologna vinse quel guerriero bello e biondo come la realtà vince una fiaba, Enzo legò per sempre a sè la fantasia del popolo, lasciandogli in eredità la sua leggenda.
© 2007, 56pp.
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