Leopardi va accostato a quegli autori occidentali (come Hobbes, Spencer e Pareto) che hanno usato la fisica del corpo umano e del mondo per spiegare i fenomeni sociali e psichici. Contro l’immagine ormai superata e inesatta di poeta del vago e dell’indefinito, di pascoliana memoria, questo libro fornisce l’immagine diametralmente opposta di un esperto delle scienze, dedito ad inventare analogie socio-fisiche o psico-morali (come quella, celebre, dei globetti contenuta nei Pensieri), servendosi dei moderni studi sulla meccanica dei fluidi, sulla pressione, sul principio d’inerzia, sullo choc des corps. L’esame di tale produzione analogica costringe inoltre ad un ripensamento complessivo del rapporto fra scienza e poesia in età moderna, fra creazione artistico-letteraria ed episteme, unite da Leopardi in un nesso inscindibile che ne fa un precursore della neoretorica novecentesca e della filosofia della scienza, susseguente agli attacchi di Charles P. Snow contro la separazione delle due culture.
Andrea Campana è attualmente assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Bologna. Autore di interventi d’argomento leopardiano, è particolarmente interessato alla relazione instauratasi fra letteratura e scienza tra Seicento e primo Ottocento.
© 2008, pp. 412
SPEDIZIONE GRATUITA: consegna standard Italia entro 4-5 giorni