Per la prima volta la Piazza universale di tutte le professioni del mondo (Venezia 1585) di Tomaso Garzoni da Bagnacavallo – opera fortunata come poche altre della letteratura italiana – viene indagata non sul piano letterario ma come contenitore di dati utili alla storia del lavoro. Senza distinguere tra arti e mestieri, Garzoni non esprime giudizi di valore sui diversi tipi di lavoro, tutti essendo degni della sua attenzione: in tal modo la Piazza è concepita come realtà sociale integrata, nella quale ogni professione è dipen-dente dalle altre e contribuisce al progresso della comunità.
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