L’opera affronta il delicato tema della giustizia minorile alla luce della normativa dell’Unione
europea che, tenuto anche conto delle mutate condizioni sociali ed antropologiche, suggerisce una
rilettura dell’impostazione classica della materia.
Punto centrale dell’argomentazione dell’autrice è la tesi che il minore non possa essere considerato
l’oggetto della tutela bensì, piuttosto, parte attiva di ogni procedimento che lo riguarda; si indagano
pertanto a tal fine, fra l’altro, il ruolo decisivo dell’ascolto del minore nel processo e le modalità
attraverso cui egli possa essere rappresentato in modo autonomo nella sede giurisdizionale,
non senza riflettere sulla struttura e sulla funzione dell’organo giudiziario che dovrebbe essere
chiamato a governare la giustizia minorile.
La conclusione, raggiunta all’esito dell’ampia considerazione di dottrina interna e straniera, sia di
diritto processuale che di diritto sostanziale, unitamente ad alcune incursioni nel territorio della
psicologia e della sociologia, delinea lo schema di un moderno processo minorile pienamente
aperto alle esigenze del contraddittorio e della trasparenza.
Lea Querzola (Bologna, 1972) è ricercatore confermato di diritto processuale civile presso la
Facoltà di giurisprudenza dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, nonché professore
incaricato di diritto processuale generale e di tutele giurisdizionali e procedure alternative presso
la sede ravennate dell’ateneo bolognese. È autrice di numerosi saggi e pubblicazioni, di un lavoro
monografico dedicato a La tutela anticipatoria fra procedimento cautelare e giudizio di merito
(2006), segretaria di redazione della Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, nonché
membro dell’Associazione italiana fra gli studiosi del processo civile, dell’Associazione italiana
fra gli studiosi del processo amministrativo, dell’Associazione italiana di diritto comparato.
© 2010, pp. 280
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