A Bologna, forse più che in altre realtà italiane, la riscoperta settecentesca
dei primitivi prese forma in un orizzonte culturale decisamente
favorevole. L’attenzione storica, conoscitiva e conservativa prestata a partire
dalla prima metà del Secolo dei Lumi ai polittici e agli affreschi medievali da
parte di Giampietro Zanotti, Francesco Algarotti, Luigi Crespi, Carlo e Gian
Ludovico Bianconi, Marcello Oretti e da altri protagonisti dell’ambiente
accademico e intellettuale felsineo, fonda sì sui precedenti civico-devozionali
e campanilistici di Ovidio Montalbani, Francesco Cavazzoni e in particolare
del conte Carlo Cesare Malvasia, ma discende inevitabilmente dalle nuove
riflessioni di matrice muratoriana della cultura degli scienziati, degli eruditi
e degli artisti che per volontà del generale Luigi Ferdinando Marsili diedero
vita all’Istituto delle Scienze e delle Arti di Bologna.
Nella seconda città dello Stato Pontificio saranno proprio quegli illustri
uomini di cultura, di storia ed intelletto ad aprire alla conoscenza e alla
riscoperta del medioevo artistico locale e dunque a un primo collezionismo
delle tavole dei padri fondatori della scuola pittorica felsinea che andrà a
concretizzarsi negli appartamenti della borghesia più colta, nelle più celebri
quadrerie nobiliari della città, ma soprattutto fra le mura dell’istituzione
marsiliana.
LUCA CIANCABILLA (Bologna, 1974) è assegnista di ricerca presso il
Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna, sede di
Ravenna. Ha pubblicato Progettare il restauro. Tre secoli di indagini
scientifiche sulle opere d’arte (Firenze 2004), Stacchi e strappi di affreschi fra
Settecento e Ottocento. Antologia dei testi fondamentali (Firenze 2009) e
Bologna in guerra. La città, i monumenti, i rifugi antiaerei (Bologna 2010),
oltre a numerosi saggi dedicati alla storia del restauro, della conservazione,
del collezionismo e della tutela delle opere d’arte in Italia
© 2013, pp.212
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