A vent’anni dall’avvio della riforma strutturale degli anni Novanta, il presente studio indaga le peculiarità regolative delle questioni di salute del dipendente nel rapporto di lavoro pubblico c.d. “privatizzato”. Non limitata ad un unico istituto identificato secondo le classificazioni tradizionali, la trattazione considera plurimi versanti disciplinari, afferenti alle fasi di costituzione, svolgimento ed estinzione del rapporto lavorativo, dando conto anche delle interferenze con il sistema previdenziale. Rispetto alle questioni giuridiche relative alla malattia, all’inidoneità alle mansioni, alla disabilità ed alla riduzione di capacità lavorativa
causata dalla senescenza, l’analisi assume come concetto unificante quello della “idoneità” del dipendente pubblico al lavoro, intesa dal punto di vista dell’interesse datoriale all’adempimento e, al contempo, sotto il profilo della protezione della persona. Detti versanti sono ricondotti a una visione d’insieme che valorizza l’effettività della condizione psicofisica del dipendente quale presupposto delle tutele giuridiche. Nella complessità regolativa del lavoro pubblico, i profili esaminati risultano oggetto di una considerazione
peculiare da parte del legislatore, più spiccata di quella, comunque crescente, riservata in generale alle implicazioni lavoristiche della condizione di salute delle persone.
Davide Casale è ricercatore di Diritto del lavoro nel Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, ove dal 2009 è confermato in ruolo ed è titolare dell’insegnamento di Diritto della previdenza sociale nel corso di Laurea magistrale presso la sede di Ravenna della Scuola di Giurisprudenza. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Diritto comunitario e comparato del lavoro presso l’Università degli Studi di Ferrara. Ha pubblicato diversi contributi in autorevoli riviste ed opere collettane in ambito giuslavoristico.
© 2013, pp. 390
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