Partendo da uno dei topoi caratteristici del romanzo storico, il recupero di lettere e documenti, compresi qui fra il 1823 e il 1896, Rossella Bandini ricostruisce con acribia filologica la storia dei due giovani innamorati Angela e Andrea, entrambi personaggi realmente esistiti, sullo sfondo delle vicende storiche che coinvolgono anche le rispettive famiglie.
Alla complessità dei piani narrativi, col passato dei due giovani che interagisce continuamente con il presente dell’autrice nel suo quotidiano, si deve il fascino di In parti eguali, complice una scrittura colta e raffinata, non disgiunta tuttavia da un’amabile ironia.
Rossella Bandini, classe 1955, laureata in Lettere Classiche alla Sapienza di Roma dove ha conseguito anche il diploma di specializzazione in Filologia Classica, risiede ad Altopascio (Lucca) e insegna letteratura italiana al Liceo “Carlo Lorenzini” di Pescia (Pistoia).
È rimasta vedova due anni or sono e aveva un figlio, morto nel 2005 a quindici anni. Ha pubblicato una raccolta di versi nell’82 per poi abbandonare la scrittura d’invenzione e dedicarsi alla saggistica con una ricerca sulla simbologia della chiesa romanica di S. Jacopo (Ianuarius, 2000) e la curatela degli atti sul tema del pellegrinaggio jacobeo, Dalla terra al cielo, simboli di un cammino (2006).
Alla breve vicenda biografica del figlio Stefano Levi ha dedicato nel 2008 una silloge fuori commercio: Il figlio. Attualmente sta per uscire un suo nuovo saggio in cui sono raccolti, tra l’altro, i materiali documentari che hanno ispirato il romanzo In parti eguali. È solita dire che la letteratura le ha salvato la vita.
© 2014, pp.440
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