Si ritiene spesso che la lingua funzioni attraverso l’applicazione di regole, il cui mancato rispetto genera errori che vanno emendati e corretti. Questo quadro è complicato dalle eccezioni, generalmente viste con un certo fastidio perché l’unica possibilità di governarle è impararle a memoria.
Il rapporto tra regole, eccezioni ed errori è in realtà molto diverso e assai meno scontato di quello che si pensi. Innanzitutto, errori che risaltano in tutta la loro evidenza in alcuni contesti (ad esempio in un testo scritto e formale) passano quasi inosservati in altre situazioni (ad esempio in un contesto conviviale). Le eccezioni si rivelano talora
come la manifestazione di una regola sfuggita all’occhio degli studiosi o come il residuo di una regola che l’evoluzione della lingua ha
progressivamente ridimensionato. Viceversa, un errore può in realtà configurarsi come la prima, timida, apparizione di un processo destinato a diventare regola nelle fasi successive della storia di un sistema
linguistico.
Il volume ha lo scopo di analizzare il rapporto tra regole, eccezioni ed errori da vari punti di vista (sociolinguistico, storico, acquisizionale, computazionale, ecc.), di fatto ribaltando i ‘rapporti di forza’ fra le tre nozioni e ponendo al centro dell’indagine principalmente gli errori e le eccezioni,
che si configurano come la componente ‘più viva’ di una lingua.
Contributi di: Cecilia Andorno, Gaetano Berruto, Giorgio Bolondi, Massimo
Cerruti, Nicola Grandi, Roberta Grassi, Alessandro Lenci, Fabio Montermini,
Maria Napoli, Michele Prandi
Nicola Grandi (1973), linguista, insegna all’Università di Bologna. Si occupa
principalmente di formazione delle parole e di tipologia linguistica.
© 2015, pp.204
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