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Pillole di ArchAlp. Bernardo Bader, maestro della tradizione

L’architettura dell’austriaco Bernardo Bader, profondamente legata ai suoi luoghi di origine e in particolare all’area del Bregenzerwald nel Vorarlberg, in Austria, è oggetto di uno degli approfondimenti del n. 05 di ArchAlp, rivista di riferimento a livello internazionale sull’architettura e il paesaggio alpino; nelle righe che seguono troverete un’anticipazione dei contenuti che potrete leggere in forma estesa e approfondita sulla rivista, disponibile anche in formato Open Access su buponline.com.

La regione del Bregenzerwald è nota per la maestria artigianale dei suoi abitanti, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo del legno come materiale da costruzione. Una tecnologia che viene utilizzata secondo tecniche tradizionali insieme a elementi di sperimentazione e innovazione. Nella sua architettura Bernardo Bader sfrutta questo insieme di competenze e abilità, aprendosi professionalmente agli artigiani e alle maestranze locali.



La familiarità dell’architetto con il territorio contribuisce ad adeguare le sue risposte architettoniche ai bisogni della popolazione locale e alle loro esigenze di vita quotidiana. L’obiettivo della sua architettura è infatti quello di produrre elementi di uso quotidiano che durino nel tempo, creando un’atmosfera, uno stato d’animo. Il fine ultimo del progettista, secondo Bader, è quindi quello di produrre spazi che creino un’eco, che ispirino i nostri sensi e, attraverso di essi, la nostra mente e il nostro comportamento.

«La domanda chiave da porsi all’inizio di un processo di progettazione è fino a che punto siamo abituati ad affrontare un compito in modo aperto e imparziale […] Usiamo tutti i nostri sensi per interagire con il luogo e ascoltarlo. Questa combinazione costituisce la base per comprendere un contesto, ed è un processo infinito. Capiamo cosa c’è già e aggiungiamo qualcosa che sia il più coerente possibile. Un qualcosa che abbiamo scelto che arricchisce il contesto.» (Bernardo Bader)

Per l’architetto austriaco, lavorare insieme alle maestranze significa disporre di elevati standard di qualità, ma anche di una compartecipazione di sforzi, conoscenze e responsabilità. Tuttavia, la cooperazione è anche la base per un ulteriore sviluppo e l’instaurazione di una cultura basata sulla condivisione delle idee e delle competenze professionali. Le soluzioni migliori si creano quando i colleghi si scambiano impressioni e opinioni: questo le rende preziose e fonte di ispirazione per tutti i partecipanti, compresi i clienti, gli utenti e la cultura edilizia in generale.

Considerazioni più approfondite riguardo il lavoro di Bernardo Bader e la filosofia che si cela dietro la sua produzione architettonica sono disponibili all’interno del n. 05 di ArchAlp, disponibile anche in formato Open Access su buponline.com/prodotto/archalp.

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La collezione Michelangelo Poletti in mostra a Palazzo Fava

7 aprile – 24 luglio | Bologna

La scuola pittorica emiliano-romagnola in mostra a Bologna: all’interno della splendida cornice di Palazzo Fava, la collezione dell’imprenditore Michelangelo Poletti si rivela al pubblico per la prima volta con una selezione delle opere di alcuni dei più significativi pittori della regione, in un percorso storico e artistico che dal Quattrocento si snoda fino all’Ottocento.

Il catalogo della mostra, edito da Bologna University Press, racconta l’esposizione attraverso approfondite schede, saggi introduttivi e un generosissimo comparto fotografico; il catalogo è disponibile nel sito dell’editrice.

Curatore della mostra e autore del catalogo è Angelo Mazza, che presso Bologna University Press ha già pubblicato un ampio e approfondito catalogo sulla collezione di Michelangelo Poletti nel Castello di San Martino in Soverzano, dov’è normalmente custodita nella sua interezza.

Il castello di San Martino in Soverzano, situato nei dintorni di Minerbio, in provincia di Bologna, caratterizza fortemente il territorio circostante. Non solo per via della sua imponenza, o della sua centralità storica; a renderlo meritevole d’attenzione è anche il suo stato di conservazione, che permette tutt’ora di godere di un ambiente di grande fascino e suggestione.

I meriti di quest’opera di preservazione sono da attribuire a tante persone. Come si può leggere nei due volumi pubblicati da Bologna University Press sul castello di San Martino in Soverzano, che trattano nel dettaglio la sua dimensione storica, artistica e architettonica, i proprietari vecchi e nuovi del sito medievale hanno dimostrato grande lungimiranza, promuovendo periodici restauri della proprietà. Grazie a loro è oggi possibile ammirare le decorazioni delle sue facciate interne, frutto di stratificazioni che si sono susseguite sin dal Cinquecento. Ma l’esplorazione degli spazi parte già dall’esterno del castello, che cattura subito lo sguardo con le sue mura merlate, che non furono mai teatro di grandi battaglie ma che evocano cionondimeno suggestivi scenari guerreschi, ispirati dalla storiografia e dalla cinematografia di genere.

Il segreto del castello è tuttavia nascosto nel suo cuore: un segreto che però è tale solo nominalmente, dato che la sua attuale proprietà, rappresentata dall’imprenditore e mecenate Michelangelo Poletti, ha impiegato notevoli energie e risorse per creare una notevole collezione di opere di arte antica, oggi in parte in esposizione a Bologna. Le opere che Michelangelo Poletti ha raccolto nel suo castello di San Martino in Soverzano sono varie e numerosissime, in gran parte accumunate dall’appartenenza alla scuola pittorica emiliana; la collezione consente di percorrerne le evoluzioni di stile e maniera, dal Quattrocento fino al Sette-Ottocento.

A Bologna, dal 7 aprile fino al 24 luglio, presso Palazzo Fava, è possibile ammirare la quadreria di Michelangelo Poletti: ottantacinque opere selezionate tra le più significative della collezione del castello di San Martino in Soverzano. Tra queste non possiamo non citare la pala del misterioso “Maestro dei Baldraccani”, scoperta da un illustre storico d’arte, Federico Zeri; la Presentazione del Bambino al tempio di Antonio Pirri; o le opere di Marco Palmezzano, Girolamo Genga, il Garofalo, Bartolomeo Passerotti, Lavinia Fontana, Bartolomeo Cesi, Elisabetta Sirani, Simone Cantarini, Lorenzo Pasinelli, Domenico Maria Viani, Donato Creti, Gaetano Gandolfi, Felice Giani e Pelagio Palagi.

L’esposizione è stata organizzata da Angelo Mazza, autore del catalogo della mostra edito da Bologna University Press. Nel catalogo è possibile ammirare nel dettaglio, grazie alle numerose riproduzioni, le opere esposte nella mostra, accompagnate da estese e approfondite schede che soddisfano l’appetito di quanti sono desiderosi di scoprire e approfondire la realtà storica e artistica della quadreria di Michelangelo Poletti e della scena artistica emiliano-romagnola di quasi quattro secoli.

Bologna University Press ha inoltre pubblicato il catalogo “La collezione Michelangelo Poletti nel castello di San Martino in Soverzano, dove vengono esaminate da Angelo Mazza altre numerose opere della collezione di Michelangelo Poletti; il catalogo consta di due volumi per un totale di 640 pagine.

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Open Teaching, una nuova frontiera nella condivisione del sapere

Da una collaborazione tra Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e Bologna University Press nasce Open Teaching, il progetto che vede ad oggi già 12 manuali pubblicati e distribuiti gratuitamente agli studenti in formato digitale. Dal Diritto alla Fisica, dalla Comunicazione alla Traduzione, il Sapere diventa accessibile a tutti sul sito buponline.com.

Il progetto Open Teaching, un’evoluzione in chiave didattica dell’Open Access, rappresenta un valido strumento per garantire la massima diffusione della Conoscenza in tutte le sue forme, pur nel rispetto del diritto d’autore e dell’industria editoriale.

Un testo in Open Teaching è infatti un manuale liberamente consultabile online, scaricabile sul proprio dispositivo in formato PDF e strutturato per garantire la migliore esperienza di studio possibile, a prescindere dal supporto utilizzato per consultarlo.

I manuali attualmente disponibili all’interno del catalogo sono 12, scelti con l’esplicito obiettivo di coprire quante più aree possibili del Sapere coinvolgendo alcuni tra i migliori esperti nel loro settore:

  • L’architettura della riforma del processo civile, di P. Biavati: molto aggiornato e riccamente approfondito manuale di studio della riforma del 2021 del Processo Civile, di grande attualità per ogni studioso del diritto;
  • #Passione Comunicazione, di B. Oppi, mette nelle mani del lettore gli strumenti di base e anche quelli più avanzati per lo studio e lo sviluppo di piani di comunicazione e di relazione strategica in ambito aziendale e organizzativo;
  • Lezioni di diritto dell’arbitrato, di E. Zucconi Galli Fonseca è un manuale di studio sviluppato per permettere uno studio accessibile, curato e approfondito della materia del diritto dell’arbitrato, fondamentale per il suo studio;
  • The Construction of Molecular Architectures, di C. Trombini, contiene le linee guida essenziali per chiunque voglia approcciarsi alle scienze molecolari e soprattutto alla chimica molecolare;
  • Prima di tradurre, di F. Gatta, contiene sei “lezioni” pensate per tutti gli aspiranti traduttori e mediatori linguistici, per acquisire una maggiore consapevolezza sul ruolo del traduttore e sull’importanza dell’atto della traduzione prima ancora di eseguirlo;
  • Nuovi contributi di diritto tardoimperiale e giustinianeo, di G. Lucchetti è il manuale fondamentale per chi vuole approfondire l’importanza del diritto romano ai tempi della Compilazione giustinianea;
  • Ricerche di diritto romano e fondamenti di diritto europeo, di G. Lucchetti: una raccolta di appunti che consentono di “toccare con mano” l’attualità del diritto romano nel contesto delle moderne istituzioni europee;
  • Laboratorio di arbitrato nello sport, di C. Rasia, E. Zucconi Galli Fonseca, un manuale-laboratorio per lo studio del diritto dell’arbitrato nell’ambito dello sport, con numerosi elementi multimediali per un approccio snello e approfondito alla materia;
  • Diritto, organizzazione e gestione dello sport e delle attività motorie, di C. Bottari, P. D’Onofrio, F. Franceschetti, F. Laus, R. Nicolai, G. Paruto: un testo corale e fondamentale per immergersi nel mondo dello sport professionistico grazie ai suoi approfondimenti sul diritto, la giurisprudenza, l’organizzazione degli eventi sportivi e i nuovi ruoli manageriali del settore;
  • Energia, di P. Macini ed E. Mesini, un volume attualissimo per comprendere la lotta tra le necessità di rifornimento energetico delle economie globali con le capacità produttive delle nuove fonti rinnovabili;
  • Fondamenti di critica della pena – II edizione, di D. Bertaccini, è il manuale di riferimento per chi cerca un approccio critico allo studio dei profili penalistici della materia giurisprudenziale in ambito penitenziario;
  • Pedagogia Istituzionale, di G. Santarelli, rappresenta uno dei testi più aggiornati sul rapporto tra la pedagogia e gli ambienti meno fortunati della popolazione, fondativo per un nuovo linguaggio tra istituzioni, corpi sociali e persone.

Favorire l’Open Teaching significa mettere al primo posto l’adozione delle idee e dei risultati di ricerche approfondite condotte da parte di professionisti, professori e ricercatori; vuol dire pensare prima all’inclusività e alla disseminazione del Sapere, piuttosto che ai formati dove viene esercitata. L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna è la prima università a puntare su questa tipologia di approccio allo studio, forte del sostegno dimostrato da Bologna University Press e dai docenti che hanno aderito al progetto. Gli sforzi congiunti hanno portato a grandi risultati, nell’ordine di centinaia di download ogni mese dei singoli testi.

L’Open Teaching ha dunque un volto digitale, che si traduce anche in un formato cartaceo che lo studente, il dottorando, il professionista e chiunque sia attratto da nuove conoscenze e sia affamato di Conoscenza può trovare sul sito di Bologna University Press. Ecco che dunque l’Open Teaching rappresenta la sintesi perfetta delle necessità di approfondimento e di divulgazione di cui l’ambiente universitario ha bisogno in questo momento storico, caratterizzato dalla rapida evoluzione dei supporti e degli approcci allo studio da parte degli studenti di tutta Italia.

All’interno del sito buponline.com/open-teaching è possibile trovare tutte le pubblicazioni di Bologna University Press legate al progetto.