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La dittatura (poco esplorata) di Salazar

L’«Estado Novo» del Portogallo

Domenica 4 aprile, il giornalista Angelo Varni firma per Il Sole 24 Ore una riflessione accurata e contemporanea sul periodo storico vissuto dal Portogallo nell’era del dittatore António de Oliveira Salazar, basata sulla ricerca dei professori Álvaro Garrido e Fernando Rosas.

Il volume ‘Il Portogallo di Salazar. Politica, società, economia‘, edito da Bononia University Press, ne ripercorre infatti l’intera parabola, offrendo per la prima volta al pubblico italiano una ricostruzione complessiva della lunga esperienza lusitana.

“Appare quanto mai opportuna, in questi mesi di avvio della presidenza del Portogallo alla guida del Consiglio della UE, la pubblicazione del volume della Bononia University Press dedicato al quarantennio del sistema dittatoriale dell’Estado Novo, che caratterizzò la vita politica, sociale ed economica del Paese dal 1933 al 1974,” inizia Varni.

António Salazar, professore dell’università di Coimbra, era ben lontano dai tratti carismatici e del fascino sinistro degli altri dittatori del ‘900, eppure è stato capace di soggiogare il proprio popolo per decenni.
“Apparati polizieschi, dunque; controllo rigoroso delle forze armate in funzione di mantenimento dell’ordine interno, anche; stretto legame con una Chiesa cattolica per lunghi tratti utile ausilio alla conservazione della pace sociale, ancora; fino alla gestione statale dell’economia avvalendosi degli equilibri sociali di un rigido sistema corporativo: elementi, tutti questi, indirizzati a costruire un “uomo nuovo” (…)”

“Elementi, come s’è detto, per molti aspetti non dissimili da quelli propri dei totalitarismi, ma con l’attenzione – che ne spiega in parte la longevità – a sostituire le forme violente di inquadramento sociale del fascismo e del nazismo, basate sulle organizzazioni di massa, con il richiamo a forme di condizionamento sociale più tradizionali gestite dalle élite locali civili e religiose secondo antiche e rispettate gerarchie di potere politico, culturale, economico.”

Una vicenda, quella dell’Estado Novo di Salazar, non analizzata a fondo fino ad ora dalla nostra storiografia. “Ecco che questo volume intende proprio rispondere a tale esigenza di approfondimento delle conoscenze del periodo storico che ebbe al centro la personalità di Salazar e dei suoi comlicati equilibri tra sogni riesumati del passato e durezza della conservazione del passato (…).”

“In una simile prospettiva i due autori, assai noti e riconosciuti specialisti portoghesi della materia, Álvaro Garrido e Fernando Rosas riescono a combinare con lucida capacità esemplificativa la narrazione minuziosa degli eventi succedutisi in quei decenni, con una loro raffinata e convincente interpretazione complessiva, sempre misurata, per altro, con risultati della migliore storiografia nazionale ed internazionale,” conclude Varni.

Leggi la recensione completa


Álvaro Garrido è professore ordinario presso la Facoltà di economia dell’Università di Coimbra.
Si occupa in particolare di storia economica e delle istituzioni, con contributi di ricerca sul corporativismo salazarista, sulla politica sociale dell’Estado Novo, sulla storia della pesca e del commercio marittimo. Dal 2003 al 2009 è stato direttore del Museu Marítimo de Ílhavo (Aveiro).

Fernando Rosas è professore emerito presso l’Università Nova di Lisbona, dove ha fondato e diretto l’Instituto de História Contemporânea. Nei sui studi si è dedicato soprattutto alla storia del Portogallo nel XX secolo e all’analisi del regime salazarista. È stato inoltre deputato all’Assemblea parlamentare della Repubblica portoghese dal 2000 al 2001 e dal 2005 al 2010.


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